U.S. Mission to Italy U.S. Mission to Italy
Background image
Background image
Close Window

Discorso dell'Ambasciatore Ronald Spogli all'Università Politecnica delle Marche "Future Iniziative per una nuova Università", 9 marzo 2007

9 marzo 2007

Magnifico Rettore Pacetti, Professor Jacobucci, Dottor Fabbri, illustri professori e fortunati studenti che frequentate l’Università Politecnico delle Marche – Un sincero grazie a tutti voi per il calore con cui mi avete accolto e per aver organizzato un programma di tale spessore.

E’ stato un vero piacere per me conoscere le Marche, una regione dinamica, di grande bellezza naturalistica e paesaggistica, caratterizzata da un’economia diversificata e vitale. Nel corso degli ultimi 40 anni, infatti, la Vostra regione ha attraversato una fase di transizione sostanziale, passando da un’economia essenzialmente agricola ad una economia industriale differenziata ed in rapida crescita nell’ambito della quale le industrie competitive sono basate su medie ed alte tecnologie, e su servizi e tecniche agricole moderni. Sono veramente molto contento di aver potuto constatare tutto questo in prima persona, e di poter cogliere l’essenza della trasformazione che la regione delle Marche sta mettendo in atto, incentivando la produttività e l’economia pur mantenendo intatto l’alto livello di qualità della vita che caratterizza e contraddistingue questa regione.

Magnifico Rettore, voglio esprimere le mie più sentite congratulazioni a Lei ed al Suo validissimo staff per il Vostro progetto di “re-inventare” l’università affinché essa diventi il fulcro di un nuovo dinamismo economico. Lo stesso cambiamento di nome, da Università di Ancona a Università Politecnica delle Marche, incarna in maniera perfetta il passaggio da una tradizionale “Torre d’Avorio” ad un centro proiettato ad accogliere i cambiamenti provenienti dall’esterno e fortemente orientato allo sviluppo della ricerca applicata. Sono qui oggi per parlarvi della mia iniziativa, la Partnership for Growth. Tale iniziativa si articola su quattro pilastri, uno dei quali è rappresentato proprio dalla necessità di una maggiore collaborazione tra le università ed il mondo imprenditoriale per incrementare la trasformazione della ricerca in prodotto, elemento imprescindibile per la crescita delle moderne economie di mercato basate sulla creazione di prodotti competitivi ad alta tecnologia.

A questo punto, vorrei cominciare ad illustrarvi brevemente la mia iniziativa, la “Partnership for Growth.”, che tradurremo come Partenariato per la Crescita, per capire di cosa si tratta e quali sono i suoi obiettivi.

Si tratta di un’iniziativa volta a favorire una collaborazione con diversi interlocutori per rilanciare il dinamismo economico dell’Italia. Si basa su quattro pilastri principali:

 

  • il primo intende promuovere un rapporto più stretto tra università e aziende, rafforzando i processi di trasferimento tecnologico e promuovendo la creazione di nuove imprese. Sono al corrente che la collaborazione tra l'Università Politecnica delle Marche e le imprese della zona è già in fase avanzata.
  • Il secondo è dedicato allo sviluppo di strumenti finanziari, come il private equity o il venture capital, che possono diventare preziose fonti di finanziamento. Per le nuove imprese il venture capital può essere, come lo è in America, un elemento determinante.
  • Il terzo pilastro punta a garantire una maggiore tutela dei diritti di proprietà intellettuale ed industriale per incoraggiare l’innovazione e le nuove invenzioni.
  • Infine il quarto pilastro è rappresentato dal programma Fulbright-BEST, che promuove viaggi di studio negli Stati Uniti per laureati italiani con l’obiettivo di approfondire il sistema imprenditoriale americano e i collegamenti tra università e aziende.

 

Sappiamo che l’Italia ha già compiuto, e sta compiendo, passi in avanti in ciascuna delle aree che ho sopra elencato. Allo stesso tempo crediamo che il nostro sforzo possa coniugarsi con quello di vari interlocutori -- imprese, associazioni, università e individui -- che vogliono impegnarsi per rendere il Paese più competitivo attraverso importanti riforme strutturali.

So che molti si chiedono perché facciamo tutto ciò. La risposta è molto semplice. Gli Stati Uniti apprezzano il ruolo di leadership che l’Italia ha assunto a livello internazionale e ritengono che una maggiore crescita economica possa fornire al Paese le risorse e il dinamismo necessari per continuare ad affrontare tutti i delicati impegni internazionali.

Il programma Fulbright-BEST è uno dei motori trainanti dell’intera iniziativa “Partnership for Growth” perché permette alle nuove generazioni di apprendere in modo diretto come si fa ricerca ed impresa negli Stati Uniti. Quest’anno è partito il progetto pilota: con il patrocinio della Commissione Fulbright Italia-USA, all’inizio di gennaio cinque giovani italiani laureati in materie scientifiche sono andati negli Stati Uniti, dove nei prossimi sei mesi seguiranno corsi e seminari di studio presso l’Università di Santa Clara in California e allo stesso tempo lavoreranno in aziende della Silicon Valley. Sono estremamente lieto di informarvi che un vostro concittadino, Abramo Barbaresi, è stato selezionato dalla commissione preposta per essere uno dei cinque partecipanti al programma pilota Fulbright-BEST e si trova attualmente in California. Il Dott. Barbaresi, originario di Ancona, ha conseguito il Dottorato di ricerca in Meccanica Applicata ed ha sviluppato un progetto che prevede la creazione di una macchina fotografica tridimensionale per applicazioni in medicina e nel campo della sicurezza, un progetto che indubbiamente susciterà un notevole interesse commerciale. Il gruppo parteciperà inoltre a conferenze presso le Università di Stanford e Berkeley e presso la Silicon Valley Start-Up Association, e prenderà parte ad un forum dedicato all’impresa nei settori dell’alta tecnologia organizzato dal Churchill Club. L’intero programma è finanziato da imprese italiane attraverso il coordinamento di Confindustria.

Nel frattempo pensiamo già al futuro. Il prossimo passo del programma Fulbright-BEST sarà quello di organizzare un viaggio negli Stati Uniti per un gruppo di funzionari comunali e regionali che si occupano di sviluppo economico. L’obiettivo è quello di mostrare come le città americane siano in grado di competere tra loro su tasse e altri incentivi per attrarre investimenti o facilitare la realizzazione di parchi tecnologici. Intendiamo inoltre estendere il programma di scambio anche a manager e imprenditori affinché possano trarre dal modello americano preziosi spunti per adattare le loro attività al nuovo mercato globale.

Io da giovane sono venuto in Italia tre volte a studiare e lavorare grazie a programmi di scambio. Ho vissuto dunque in prima persona questo tipo di esperienza e so quanto possa essere stimolante per un giovane. Sono certo che negli anni futuri i ragazzi del programma Fulbright-BEST saranno in grado di contribuire al processo di crescita del Paese, cercando di riportare in Italia tutto ciò che di positivo hanno appreso negli Stati Uniti per poi adattarlo ed applicarlo alla realtà italiana. Per realizzare tale obiettivo spero di poter contare sulla collaborazione dell’Università Politecnica delle Marche. Sono convinto che i vostri sforzi, insieme ad altre iniziative diffuse nel Paese, daranno un contributo determinante per la crescita futura dell’Italia.

Spero che questa breve descrizione del programma possa darvi un’idea della sua portata e dei suoi obiettivi. Ora io vorrei chiedervi: qual è la migliore opportunità per un’università? Quella di diventare la spina dorsale di un’economia italiana più dinamica e competitiva, che cresce ad un tasso così rapido da permettere all’Italia di riappropriarsi del ruolo fondamentale che ha sempre ricoperto nell’economia mondiale. Voi avete conseguito risultati eccellenti qui nelle Marche, e alcuni di voi potranno dire: “l’Italia sta recuperando; il PIL è aumentato del 2 per cento, e noi ci stiamo muovendo su una traiettoria orientata verso una crescita stabile e sostenuta. Noi abbiamo trovato la formula giusta nella nostra regione.”

Ma un momento. Vorrei ricordare a questo proposito gli ammonimenti che il Ministro Padoa-Schioppa ha enunciato il mese scorso. Sulla stessa linea, Michele Salvati, giornalista ed economista di nota fama, ha affermato molto chiaramente che un aumento del PIL del 2 per cento non è di certo sufficiente o rassicurante, asserendo che è ancora troppo presto per determinare se tale tasso di crescita è sostenibile e come l’elemento trainante dello sviluppo economico italiano derivi dall’espansione economica verso l’esterno. Allo scopo di garantire una maggiore produttività ed un recupero dei mercati d’esportazione italiani, Salvati ha scritto sulla prima pagina del Corriere della Sera del 23 febbraio: “il PIL deve svilupparsi a tassi ancor più forti di quelli attuali, spinto da un esercito di imprese innovative ben più robusto dell'avanguardia che sta trascinando l'attuale ripresa." Egli quindi indica le imprese innovative come la chiave per andare avanti. In altre parole, vi è una grande necessità di imprese start-up che possano accelerare lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi, e di conseguenza bisogna creare le condizioni adeguate affinché tali imprese start-up vengano create, si espandano ed immettano i loro prodotti sul mercato globale.

Le aziende start-up in ambito universitario possono giocare un ruolo fondamentale allo stato embrionale di tale espansione, incrementando la percentuale di aziende spin-off che hanno avuto successo. Ė un dato di fatto che, almeno nella Silicon Valley, per ogni azienda start-up di successo si verificano anche molti fallimenti, ma è anche vero che una proficua ed efficace collaborazione tra università ed imprenditorialità può certamente aumentare le possibilità di successo. Nel suo libro uscito nel 2004 ed intitolato “ L’Impreditoria Accademica – Spinoff Universitarie e Creazione del Benessere”, Scott Shane, professore alla Case Western Reserve University di Cleveland, in Ohio, ha dimostrato come le aziende nate in ambito universitario abbiano una probabilità di successo e di essere quotate in borsa 108 volte maggiore rispetto alla media delle nuove aziende. Per rendere questo dato applicabile anche in Italia, vi sono diverse iniziative che le università possono intraprendere allo scopo di rafforzare questo legame di cruciale importanza tra mondo dell’università e mondo dell’imprenditorialità.

Un primo passo è quello di creare una facoltà che sia competitiva: avere il migliore corpo docente ed offrire le migliori condizioni inevitabilmente attrarrà i migliori studenti. Ho notato che il Politecnico di Ancona è sulla buona strada in questo senso, come indicato dall’indagine del CENSIS sulle università, nella quale quella di Ancona viene citata al primo posto tra quelle con un numero di studenti che oscilla da 10,000 a 20,000.

Il secondo passo necessario per una produttiva collaborazione tra università ed imprenditorialità è quello di investire risorse adeguate e coinvolgere specialisti per supervisionare l’intero processo. Ho notato che il Politecnico ha lanciato il proprio Ufficio di Trasferimento Tecnologico nel 2004, e certamente le spinoff che ho visitato oggi sono il risultato di tale approccio.

Un’altra iniziativa molto importante che l’università può intraprendere per preparare gli studenti, ed i docenti, ad una collaborazione più dinamica con il mondo delle aziende consiste nell’insegnamento della scienza e delle tecniche imprenditoriali. A questo proposito, il Politecnico ha conseguito degli accordi con le associazioni industriali per ospitare più di mille intership all’anno. Tuttavia, per quello che ho potuto constatare in Italia nel corso degli ultimi anni, suggerirei alle università di fare qualcosa di più che collocare gli studenti in aziende già stabili ed affermate. L’imprenditorialità è uno stile di vita, una cultura, ed è ormai considerata una scienza , i cui principi possono essere insegnati e trasmessi. Vi è al momento una grande necessità di imprenditori informati e lungimiranti nell’attuale e complessa economia globale. Nel momento in cui i futuri prodotti deriveranno dalla decodificazione del genoma umano e dai misteri multidisciplinari e subatomici della nanotecnologia, l’imprenditore diventa una figura chiave nel guidare il processo di trasformazione da idea in prodotto o servizio.

Oggi disponiamo di eccellenti risorse. L’impegno del Politecnico nei programmi e negli scambi dell’Unione Europea è un ottimo sistema per misurare il livello di progresso raggiunto, mettendo a confronto i vostri programmi con quelli delle altre nazioni. Sono certo che starete seguendo con attenzione l’attuale impegno della Commissione Europea per promuovere l’imprenditorialità attraverso il sistema educativo a tutti i livelli, comprese le università. Senza dubbio si potranno imparare le metodologie più adatte ed eventualmente applicarle al sistema italiano.

Dove si colloca la Parnership for Growth in tutto questo? Ritengo che vi siano molti settori che potrebbero beneficiare dei 25 anni di esperienza americana di crescita economica basata sull’alta tecnologia, esperienza incarnata per eccellenza dalla Silicon Valley ma replicata in molte altre località statunitensi. Per quanto concerne l’ambito universitario, l’esempio più evidente è rappresentato senza dubbio dal programma BEST-Fulbright, il quale offre ai vostri scienziati l’opportunità di studiare le tecniche imprenditoriali negli Stati Uniti e di svolgere un periodo di apprendistato all’interno di aziende start-up. Nel caso desideriate avere maggiori informazioni in merito, vi esorto a consultare il sito ufficiale dell’Ambasciata dedicato alla Partnership for Growth, http://italy.usembassy.gov/p4g/best/ , dal quale potete anche collegarvi ad un blog che gli studenti BEST hanno creato in California in modo da poter ascoltare la loro esperienza in prima persona.

In ambito invece nazionale, vorrei suggerirvi di rivolgervi agli imprenditori italiani di successo, affinché questi possano offrirvi il beneficio della loro esperienza e diventare modelli per i vostri studenti e per la vostra facolt à . Tra i vari imprenditori locali di un certo livello, mi vengono subito alla mente personaggi come Diego della Valle , Gennaro Pieralisi, i fratelli Merloni, Francesco Casoli e Adolfo Guzzini. Il mio staff ha identificato e conosciuto un buon numero di imprenditori italiani che hanno creato un progetto e lo hanno realizzato negli Stati Uniti, continuando poi con successo a trasferire le loro tecnologie sul mercato. Potrebbe infatti essere molto utile includere la visita di alcuni di questi imprenditori di grande esperienza tra i vari eventi che avete in programma, ed a questo proposito sia io sia il mio staff saremo lieti di fornirvi le informazioni che si renderanno eventualmente necessarie.

Vorrei concludere il mio intervento ritornando agli ammonimenti del Ministro Padoa-Schioppa e di Michele Salvati relativi all’insufficiente crescita del PIL pari al 2 per cento. Non riposatevi sugli allori delle vostre spinoff e start-up. L’economia italiana pu ó svilupparsi in maniera sostenuta e continuativa solo mettendo sul mercato prodotti competitivi e basati sull’alta tecnologia. Ci ó significa che le nuove start-up hanno bisogno di svilupparsi velocemente ed espandere la loro produzioni di nuovi prodotti e servizi, oppure rivendersi vantaggiosamente ad aziende pi ù grandi che abbiano la capacit à di espandere la produzione. Le Marche possono servire da modello per gran parte delle regioni Italiane. Continuate a migliorare la vostra cultura imprenditoriale, e fate in modo che la nuova generazione di laureandi in economia del vostro Politecnico possa acquisire gli strumenti necessari per gestire il delicato processo di trasformazione grazie al quale una potenziale scoperta si tramuta in un prodotto finito da lanciare sul mercato. E andando ancora oltre, fornite l’ispirazione ai vostri nuovi manager ed ai vostri studenti di scienze ed ingegneria, affinché essi possano utilizzare al meglio la loro creatività e pensare in grande. Una sfida eccellente per il vostro nuovo Politecnico sarà proprio quella di generare laureati che, lavorando sodo ed avvalendosi di solide basi di conoscenza, abbiano la certezza di avere successo e di attirare il capitale necessario per espandersi e quindi entrare a far parte del competitivo mercato globale.

Qualora voi condividiate con me tali ambiziosi traguardi – cosa di cui sono certo -- sono più che disposto a trovare con voi forme di collaborazione attraverso la Partnership for Growth.

Vi ringrazio per la vostra attenzione e per avermi ospitato qui oggi.