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TRADUZIONE INFORMALE, DA NON CONSIDERARE COME TESTO UFFICIALE

Il Rappresentante per il Commercio USA Schwab e il Segretario per l’agricoltura Johanns hanno reso noto che l’Organizzazione Mondiale per il Commercio (WTO) si è espressa favorevolmente in merito alla causa sulle biotecnologie agricole, 29 settembre 2006

WASHINGTON - Il Rappresentante per il Commercio USA, Susan C. Schwab, ed il Segretario statunitense per l’agricoltura, Mike Johanns, hanno reso noto in data odierna che l’Organizzazione Mondiale per il Commercio (WTO) si è pronunciata in favore di Stati Uniti, Argentina e Canada nel caso che li vede contrapposti all’Unione Europea (EU), e che riguarda la moratoria illegale sull’approvazione dei prodotti agricoli biotech, ed i bandi ingiustificati all’importazione imposti da singoli stati dell’Unione su prodotti precedentemente approvati.

“Il WTO si è espresso a favore di una politica basata sulla scienza, contro l’ingiustificato atteggiamento anti-OGM (Organismi Geneticamente Modificati) adottato dai paesi dell’Unione Europea”, ha dichiarato l’Ambasciatrice Schwab. “Dopo otto anni di dispute e rinvii da parte dell’Europa, ci stiamo gradualmente avvicinando all’eliminazione di quelle barriere che i produttori agricoli statunitensi si sono trovati di fronte, ed all’espansione globale di un progressivo incremento della produzione alimentare”.

Gli Stati Uniti si sono appellati al WTO nel maggio del 2003, dopo cinque anni di ritardi da parte dell’Unione Europea sia nell’applicazione della normativa WTO, che nell’applicazione delle sue stesse procedure e delle raccomandazioni fatte dai propri scienziati. Il rapporto WTO di oggi è il più ampio mai pubblicato nella storia di questa organizzazione.

“La decisione odierna conferma quello che gli agricoltori di tutto il mondo sanno da anni sulla biotecnologia”, ha detto il segretario Johanns. “Da quando i primi prodotti biotecnologici furono commercializzati nel 1996, ogni anno abbiamo assistito ad un aumento a doppia cifra del loro utilizzo. I prodotti OGM non soltanto contribuiscono a soddisfare il fabbisogno alimentare mondiale, ma hanno anche un impatto ambientale positivo, sia per il suolo, che per le risorse idriche. Gli agricoltori che utilizzano metodi biotecnologici in ventuno paesi del mondo, ivi compresi cinque stati dell’Unione Europea, trarranno grossi vantaggi dalla decisione attuale”.

Oltre alla moratoria generale dell’Unione Europea sulle approvazioni dei prodotti, la sentenza ha contestato i bandi imposti da sei stati membri dell’Unione Europea (Austria, Francia, Germania, Grecia, Italia e Lussemburgo) su sette prodotti transgenici, approvati dalla stessa Unione Europea prima dell’adozione della moratoria. In ciascun caso, la commissione istituita dal WTO ha sostenuto il reclamo degli Stati Uniti, secondo il quale, alla luce delle valutazioni positive sulla sicurezza dei prodotti espresse da scienziati dell’Unione Europea, i bandi posti dagli stati membri non erano supportati dall’evidenza scientifica, ed erano, pertanto, in aperta violazione con le normativa WTO.

Sebbene L’Unione Europea abbia accettato una serie di richieste per l’approvazione di prodotti biotecnologi successive all’apertura del caso, avvenuta nel 2003, essa deve ancora sollevare completamente la moratoria. Alcune di queste richieste sono rimaste in sospeso per più di dieci anni, e le domande di approvazione per molti prodotti commercialmente importanti continuano ad incontrare ritardi ingiustificati, motivati politicamente.

“Desidero invitare l’Unione Europea a conformarsi pienamente alla normativa del WTO, a prendere in considerazione tutte le domande in sospeso relative ai prodotti biotech, e a valutarne i meriti scientifici secondo le leggi proprie dell’Unione Europea, senza ritardi non dovuti”, ha aggiunto Schwab.

Nonostante la moratoria, esiste un notevole consenso verso le biotecnologie agricole all’interno della stessa Unione Europea. Gli Stati Uniti desiderano lavorare al più presto con i partner commerciali europei, per mettere questa tecnologia a disposizione di un maggior numero di agricoltori e consumatori in tutto il mondo.

La biotecnologia agricola promuove lo sviluppo economico, e porta avanti la promessa di nutrire un mondo affamato, aumentare i raccolti, diminuire l’uso dei pesticidi, migliorare l’alimentazione e la prevenzione delle malattie, accrescere la sicurezza alimentare ed incrementare il reddito degli agricoltori – la maggior parte dei quali vivono nelle regioni in via di sviluppo. La biotecnologia agricola è la continuazione della lunga tradizione dell’innovazione agricola che, nell’ultimo millennio, ha gettato le basi per una crescente prosperità.

Numerose organizzazioni, ricercatori e scienziati hanno stabilito che gli alimenti OGM non costituiscono una minaccia per l’uomo e l’ambiente in cui vive. Tra questi, bisogna includere i 3200 scienziati dell’Accademia Francese delle Scienze, che hanno co-sponsorizzato una dichiarazione sugli alimenti biotech, e numerosi studi scientifici – incluso uno studio congiunto condotto da sette accademie scientifiche nazionali (Le Accademie Nazionali delle Scienze di Stati Uniti, Brasile, Cina, India e Messico, insieme alla Royal Society di Londra e all’Accademia delle Scienze del Terzo Mondo).

L’impiego mondiale delle colture transgeniche continua ad aumentare. Nel 2005, circa 222 milioni di acri di terreno sono stati coltivati con piante transgeniche, mentre nel 2004 gli acri coltivati in tal guisa erano 200 milioni. Di questi, più di un terzo appartengono ai paesi in via di sviluppo. Nello stesso anno, circa 8.5 milioni di agricoltori hanno coltivato piante transgeniche, e circa il 90% di essi vive nei paesi in via di sviluppo.

I maggiori produttori di colture GM includono Stati Uniti, con circa 123 milioni di acri coltivati nel 2005, seguiti da Argentina, con 42 milioni di acri; Brasile, con 23 milioni di acri; Canada, con 14 milioni di acri; e Cina, con 8 milioni di acri. Altri paesi che si dedicano alla coltivazione di piante transgeniche comprendono India, Iran, Filippine, Australia, Sud Africa, Paraguay, Uruguay, Colombia, Honduras, Messico, Repubblica Ceca, Romania, Portogallo, Spagna, Francia e Germania.

Antefatto:

Dalla fine degli anni Novanta, l’Unione Europea ha perseguito una serie di politiche che hanno indebolito la biotecnologia agricola ed il commercio degli alimenti geneticamente modificati. Per prima cosa, i sei stati membri (Austria, Francia, Germania, Grecia, Italia e Lussemburgo), hanno bandito gli OGM approvati dall’Unione Europea, e la Commissione Europea si è rifiutata di invalidare questi bandi illegali. Dopo il mese di ottobre 1998, l’Unione Europea ha adottato una moratoria generale, in base alla quale le domande per prodotti biotech non ricevevano l’approvazione finale. Questa moratoria ha fatto sì che una parte sempre maggiore delle esportazioni agricole statunitensi sia stata esclusa dai mercati dell’Unione Europea, ed ha ingiustamente causato una forte preoccupazione sui prodotti transgenici in tutto il mondo, soprattutto nelle nazioni in via di sviluppo.

Nel maggio 2003, Stati Uniti, Argentina e Canada hanno intrapreso il primo passo in questa controversia WTO, richiedendo delle consultazioni con l’Unione Europea. Tali consultazioni si sono concluse con un nulla di fatto. Nell’agosto 2003, Stati Uniti, Argentina e Canada hanno richiesto l’istituzione di una commissione per arrivare ad una risoluzione. Durante i tre anni di questa disputa, i contestatari hanno presentato centinaia di pagine di verbali e decine di documenti basati sui fatti. La commissione ha, inoltre, richiesto il parere di sei scienziati indipendenti, i quali hanno sottoposto centinaia di pagine di materiale, ed hanno trascorso due giorni con la commissione e le parti coinvolte per esprimere il proprio giudizio sulle questioni scientifiche, relative alla controversia in corso. Il risultato è stato che la Commissione ha emesso un rapporto di mille pagine, con allegati di centinaia di pagine. Tale rapporto è disponibile al pubblico, e può essere visionato sul sito web del WTO al seguente indirizzo: www.wto.org . Anche i documenti presentati dagli Stati Uniti nell’ambito della controversia sono disponibili al pubblico, e possono essere consultati alla seguente pagina web , contenuta nel sito internet dell ’Ufficio del Rappresentante degli Stati Uniti per il Commercio ( USTR).

Secondo la normativa WTO, la determinazione finale della Commissione dovrà essere adottata dai suoi membri entro sessanta giorni, a meno che una o più delle parti in causa decida di ricorrere in appello. Qualora il rapporto venisse contestato, la Corte d’Appello del WTO dovrà emettere la sua sentenza entro circa novanta giorni dall’appello.

L’Accordo WTO sulle Misure Sanitarie e Fitosanitarie (SPS Agreement) riconosce che i paesi hanno il diritto di regolamentare le colture ed i prodotti alimentari per la salvaguardia della salute e dell’ambiente. Tale accordo richiede, tuttavia, che i membri aderenti dispongano di una sufficiente evidenza scientifica per intraprendere tali misure, e che essi applichino le procedure di approvazione senza “ritardi non dovuti”. Altrimenti, si corre il rischio che le nazioni usino tali disposizioni in modo ingiustificato, per impedire il commercio di prodotti sicuri, salubri e nutrienti.

Prima del 1999, l’Unione Europea aveva approvato nove prodotti agricoli geneticamente modificati, sia per la coltivazione che per l’importazione. Successivamente, aveva adottato una moratoria, in base alla quale le domande per prodotti biotech non ricevevano l’approvazione finale. Il rapporto della Commissione WTO pubblicato oggi sostiene le rivendicazioni di Stati Uniti, Argentina e Canada, secondo le quali l’Unione Europea aveva adottato una moratoria sulle approvazioni dal 1999 fino ad agosto 2003 (quando si aprì il caso); che la moratoria non era motivata da nessuna preoccupazione di natura scientifica o regolatoria; e che perciò la moratoria costituiva una violazione degli obblighi europei nei confronti del WTO, i quali prevedono che le procedure di approvazione dei prodotti OGM avvengano senza alcun “ritardo non dovuto”.

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