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La politica ambientale degli Stati Uniti

Intervento di David Bustamante
Console per Public Affairs

Rotary Club Milano Ovest
7 febbraio 2007

     


D ott. Pettinari, Avv. Milano, e Signor Mazzi, molte grazie per la calorosa accoglienza di questa sera. Buona sera a tutti. È un piacere per me partecipare a questo vostro incontro. Per me questo è una specie di ritorno a casa. Come saprete, negli Stati Uniti gli incontri settimanali del Rotary Club sono comuni e il bene compiuto dalle organizzazioni come la vostra si può vedere in ogni comunità degli USA e del mondo. Per questo sono onorato di trovarmi tra persone che capiscono cosa intendo dire quando parlo di servizio per la comunità.

View of the Earth as seen by the Apollo 17.
View of the Earth as seen by the Apollo 17 crew traveling toward the moon.
This translunar coast photograph extends from the Mediterranean Sea area
to the Antarctica south polar ice cap. This is the first time the Apollo trajectory
made it possible to photograph the south polar ice cap. Note the heavy cloud
cover in the Southern Hemisphere. Almost the entire coastline of Africa is clearly
visible. The Arabian Peninsula can be seen at the northeastern edge of Africa.
The large island off the coast of Africa is Madagascar. The Asian mainland is on
the horizon toward the northeast.


Il vostro presidente mi ha chiesto di parlare dell'impegno degli Stati Uniti per la salvaguardia dell'ambiente e questa richiesta non mi ha sorpreso. In qualità di membri del Rotary Club so che condividete la preoccupazione per il mondo che vi circonda. Nei media avrete sicuramente riscontrato forti critiche alle politiche di tutela ambientale americane. Le notizie tuttavia sono fatte per far vendere i giornali e spesso raccontano soltanto gli aspetti più spettacolari di una vicenda. Penso che scoprirete che la politica ambientale del mio paese è molto più in linea con le politiche europee di quanto ci si possa aspettare. In questo senso penso che il mio discorso di questa sera sarà per voi fonte di sorpresa e allo stesso tempo motivo di rassicurazione. Vorrei inziare facendovi un paio di domande per valutare ciò che già sapete dell'ambientalismo negli Stati Uniti.

Un quiz
Domanda Nr. 1: Quale paese ha introdotto nel 2005 un incentivo fiscale di 3400 dollari per i consumatori che acquistino auto ecologiche? Italia, Canada o Stati Uniti?

Domanda Nr. 2: Chi, tra Stati Uniti e Unione Europea, ha conseguito i migliori risultati nel limitare le emissioni di gas serra dall'entrata in vigore del Protocollo di Kyoto nel 2000?

Domanda Nr. 3: Quale paese ha stanziato quasi 29 miliardi di dollari dal 2001 a favore di studi scientifici sul clima?

Domanda Nr. 4: Quale leader mondiale ha dichiarato: “Sappiamo che la temperatura della superficie terrestre sta aumentando... che la concentrazione di anidride carbonica è aumentata in modo sostanziale e che questo incremento è dovuto in larga parte all'attività umana”?

Credo che le risposte vi sorprenderanno. Incredibilmente, il paese che ha introdotto incentivi fiscali per gli acquirenti di auto ecologiche, ibride o elettriche, sono gli Stati Uniti. Ancor più sorprendente, le statistiche delle Nazioni Uniti per gli anni 2000-2004 ci dicono che le emissioni di gas serra sono aumentate dell'1,7% negli Stati Uniti e del 4,9% nell'Unione Europea a 25. Nello stesso periodo solo la Lituania e la Repubblica Ceca hanno ridotto le proprie emissioni a livelli inferiori dell'1%. Per quanto riguarda il paese leader mondiale negli studi sul clima, con un investimento di 29 miliardi di dollari in ricerca, la risposta è di nuovo gli Stati Uniti. Infine, la dichiarazione che ammette il fenomeno del cambiamento climatico è stata fatta dal Presidente Bush l'11 giugno del 2001.

Direi che ci sono molti aspetti della nostra lotta per un ambiente più pulito che non sono arrivati ai media europei e io sono orgoglioso di potervi spiegare lo sforzo in cui il mio paese è impegnato in fatto di ambiente.

La creazione di un'etica ambientale
Già intorno agli Anni Settanta dell'Ottocento gli Stati Uniti erano impegnati a creare un'importante etica ambientale, sia in ambito urbano che in aree più isolate. Nel 1872 negli Stati Uniti venne creato il Parco Nazionale di Yellowstone in Wyoming, Montana and Idaho, il primo al mondo e nel 1916 gli Stati Unitit furono i primi ad avere un sistema di parchi nazionali. Con le sue 390 unità, quel sistema è oggi il più grande del mondo.

Gestione federale del territorio
Oggi il governo nazionale, o federale, è il maggior proprietario terriero del mio paese: possiede infatti il 28% dei 2,3 miliardi di acri che costituiscono la superficie degli Stati Uniti. Il governo federale possiede la maggioranza dei terreni in Alaska, Idaho, Nevada, Oregon e Utah. Il Servizio Nazionale dei Parchi degli Stati Uniti non è responsabile della conservazione di tutto questo territorio: infatti è la più piccola di quattro agenzie federali per la gestione del territorio. Tuttavia, insieme alle altre tre agenzie e al Dipartimento della Difesa, il Servizio Nazionale dei Parchi cura 649 milioni di acri di territorio federale su un totale di 650.

Le odierne politiche di tutela ambientale
L'impegno degli Stati Uniti verso l'ambiente non è visibile soltanto nella gestione del territorio. Abbiamo assunto il ruolo di leader nella tutela globale dell'ambiente e negli ultimi trent'anni abbiamo compiuto notevoli progressi nella riduzione dell'inquinamento e nella protezione dell'ambiente a livello nazionale. In questo periodo di tempo, l'economia degli Stati Uniti è cresciuta del 187 per cento, la popolazione è aumentata del 39 per cento e il consumo energetico ha subito un incremento del 47 per cento. Eppure, l'inquinamento atmosferico è diminuito del 48 per cento e allo stesso tempo abbiamo compiuto più studi sull'ambiente di qualsiasi altra nazione e coordinato le attività di ricerca tra industria, università e governo in modo da assicurarne l'applicabilità. Le tecnologie che oggi vengono sviluppate negli Stati Uniti offrono fonti di energia rinnovabili che non inquinino aria e acqua, che non emettano gas serra e che non distruggano lo strato di ozono. Questa ricerca influenza le strategie nazionali per un minor spreco di energia e per una più saggia gestione delle risorse ed eliminazione dei rifiuti. Siamo convinti che la tutela dell'ambiente sia fondamentale per dare una vita migliore a tutti nel mondo.

Il movimento ambientalista degli Stati Uniti, nato con la celebrazione della prima Giornata della Terra il 22 aprile del 1970, si può riassumere in 5 leggi sull'ambiente:
  • National Environmental Policy Act del 1970,
  • Clean Air Act del 1970,
  • Clean Water Act del 1972,
  • Endangered Species Act del 1973,
  • Resource Conservation and Recovery Act del 1976
  • Superfund Law del 1980.
Oggi gli Stati Uniti sono impegnati in più di 200 negoziati sull'ambiente, compresi accordi per la protezione dello strato di ozono, la conservazione dei terreni paludosi, la salvaguardia di specie a rischio di estinzione, la conservazione delle risorse naturali, la promozione della pesca sostenibile e la riduzione del pericolo da agenti chimici.

Ridurre, riutilizzare, riciclare
Attualmente gli Stati Uniti riciclano il 30 per cento dei propri rifiuti solidi. In questa percentuale sono compresi la riduzione alla fonte (minor utilizzo di materiale) e il compostaggio (utilizzo di materiali organici degradabili come fertilizzanti e correttivi). Ricicliamo il 42 per cento della carta, il 55 per cento dei contenitori in alluminio e il 60 per cento dell'acciaio. Se è vero che l'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente (Environmental Protection Agency, EPA) incoraggia e promuove il riciclaggio dei rifiuti e il compostaggio, è altrettanto vero che a livello locale nessuna legge federale obbliga le comunitè, le contee, le città piccole e grandi ad agire in questo senso. Eppure, le municipalità riciclano a livelli da record e spesso in centri gestiti da volontari.

Trent'anni di aria pulita
Sotto ogni punto di vista, quella che respiriamo oggi negli Stati Uniti è l'aria più pulita da quando è iniziato il monitoraggio della sua qualità nel 1970. È stato solo dopo l'approvazione del Clean Air Act che gli Stati Uniti hanno cominciato a prestare attenzione al legame tra inquinamento atmosferico e salute.

L'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente si concentrò su sei inquinanti atmosferici: ozono, particolato, monossido di carbonio, biossido di azoto, biossido di zolfo e piombo. Le emissioni di questi inquinanti sono state ridotte di più della metà: piombo 98 per cento, composti volatili organici 54 per cento, monossido di carbonio (CO) 52 per cento, biossido di zolfo (SO2) 49 per cento e ossidi di azoto (NOx) 24 per cento.

Attualmente, l'inquinamento da particolato rappresenta la minaccia ambientale più seria per la salute. I miglioramenti più importanti si sono registrati in regioni con serissimi problemi di qualità dell'aria. Tra il 1999 e il 2003, i livelli del PM2,5 sono diminuiti del 20 per cento nel Sud Est, del 16 per cento nel sud della California e del 9 per cento nella regione industriale del Midwest. I cinque programmi più importanti dell'EPA in termini di benefici per la salute sono:
  • L'eliminazione del piombo dalla benzina (adottato alla fine degli Anni Settanta).
  • Il programma sulle piogge acide (varato dal Congresso nel 1990 per ridurre le emissioni di biossido di zolfo emesso dalle centrali elettriche).
  • Il Clean Air Interstate Rule (adottato dall'EPA nel 2005 per ridurre ulteriormente il biossido di zolfo e gli ossidi di azoto emessi dalle centrali elettriche).
  • La regolamentazione del diesel non su strada (adottata dall'EPA nel 2004 per ridurre le emissioni di particolato e gli ossidi di azoto provenienti dall'industria edile, dall'agricoltura e per altri usi non su strada).
  • La regolamentazione delle emissioni di zolfo nei mezzi pesanti a motore diesel (adottata dall'EPA nel 2000 per ridurre il particolato e gli ossidi di azoto provenienti da camion diesel, autobus e altri veicoli.
Il Clean Air Interstate Rule (CAIR) è la norma più recente: ridurrà in modo significativo l'inquinamento negli Stati Uniti orientali tagliando di oltre il 70 per cento le emissioni di biossido di zolfo e di più del 60 per cento quelle di ossidi di azoto prodotti dalle centrali elettriche. A regime, il Clean Air Interstate Rule (CAIR) produrrà per la sanità pubblica benefici maggiori di qualsiasi altra regolamentazione adottata dall'EPA dalla fine degli Anni Settanta: quasi 100 miliardi di dollari all'anno entro il 2015.

U.S. Environmental Policies being presented by Consul for Public Affairs David Bustamante at the Rotary Club Milano Ovest.
U.S. Environmental Policies being presented by Consul for Public Affairs
David Bustamante at the Rotary Club Milano Ovest.


Cambiamento climatico: la visione degli Stati Uniti
È risaputo che gli Stati Uniti hanno deciso di non ratificare il Protocollo di Kyoto. Non tutti sanno però che gli Stati Uniti sono tra i firmatari della Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite, l'organizzazione che ha convocato il meeting di Kyoto.Gli Stati Uniti non hanno ratificato il Protocollo di Kyoto perché stabiliva obiettivi vaghi per la riduzione dei gas serra senza indicare come dovessero essere raggiunti o le penali che sarebbero state applicate ai paesi inadempienti. Inoltre, non abbiamo firmato il Protocollo perché la convenzione escludeva le nazioni industrializzate del terzo mondo: India, Cina e Brasile per fare qualche esempio. Questi paesi presentano condizioni ambientali tra le più a rischio nel mondo, la loro industria è in fase di crescita e, se non sarà costretta ad adottare metodi di produzione più eco-compatibili, finirà con l'avvelenare l'atmosfera. Già oggi si prevede che le emissioni di gas serra di Cina e India da sole supereranno quelle dei paesi sviluppati entro il 2010. Inoltre, gli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto erano incompatibili con la crescita economica e noi riteniamo che la crescita economica sia il modo migliore per risolvere i problemi internazionali. È stato stimato che per raggiungere gli obiettivi sulle emissioni di gas serra avremmo dovuto tagliare la nostra economia energetica di un terzo, con un costo pari a 400 miliardi di dollari l'anno e una perdita di 4,9 milioni di posti di lavoro. A paragone, l'Europa va incontro a tagli del 6,5%-8%. Possiamo discutere se gli Stati Uniti abbiano fatto la cosa giusta decidendo di non firmare un protocollo sapendo di non aver intenzione di raggiungerne gli obiettivi. Io però mi chiedo se le nazioni firmatarie di Kyoto, al momento della verifica, avranno raggiunto i traguardi astratti e non realistici che si erano poste.

Vorrei sottolineare i tre obiettivi principali della politica americana sul clima:
  • Introdurre nuove tecnologie per la produzione e l'utilizzo di energia in grado di indebolire il legame tra crescita economica ed emissione di gas serra.
  • Migliorare la comprensione e gli strumenti scientifici necessari a rispondere in modo più efficace ai problemi del cambiamento climatico.
  • Ottenere la cooperazione di altre nazioni per far fronte all'intero spettro di questioni legate al cambiamento climatico.
Per raggiungere questi scopi gli Stati Uniti hanno stanziato 5,2 miliardi di dollari nell'anno fiscale 2005 per studi scientifici sul cambiamento climatico, per il progresso delle tecnologie legate alla produzione di energia, per programmi volontari e per assistenza internazionale: molto di più di qualsiasi altra nazione. Tra le nostre iniziative più interessanti posso citare:
  • Lo sviluppo di tecnologie dell'idrogeno per creare mezzi di trasporto e altre applicazione prive di carbonio e più efficienti,
  • La creazione di nuove centrali elettriche, dette“ FutureGen”, che utilizzino idrocarburi senza emettere carbonio in atmosfera oltre ad un rinnovato impegno nella ricerca di metodi di generazione di energia privi di carbonio come la fusione nucleare che può essere prodotta su scala economicamente vantaggiosa.
Gli Stati Uniti hanno stanziato quasi 29 miliardi di dollari di fondi per studi scientifici collegati al clima, tecnologia, assistenza a livello internazionale e incentivi: più di qualsiasi altra nazione. La nostra spesa si colloca all'interno di un piano strategico ben definito, sviluppato e aggiornato attraverso consultazioni con la comunità scientifica internazionale e l'Accademia Nazionale delle Scienze.

L'obiettivo del Presidente Bush a partire dal 2002 è la riduzione delle nostre emissioni di gas serra del 18% entro il 2012. Due settimane fa, nel suo discorso sullo Stato dell'Unione il Presidente ha annunciato un piano per la riduzione del 20% dell'uso di benzina nei prossimi 10 anni in modo da bloccare l'aumento dell'anidride carbonica. Questo programma eliminerà contaminazione equivalente alle emissioni di 26 milioni di automobili all'anno e impedirà l'accumulo di 600 milioni di tonnellate di CO2. Noi siamo effettivamente in grado di realizzare questi risultati, dato che siamo già leader nella produzione di biocombustibili. Inoltre aumenteremo gli standard del rapporto carburante/chilometri di tutte le auto e gli autocarri venduti negli Stati Uniti e questo porterà ad un ulteriore risparmio del 5% nell'uso della benzina. Infine la Advanced Energy Initiative varata dal Presidente ha promosso l'acquisto di più di 250.000 veicoli eco-efficienti a partire dal gennaio 2006 attraverso incentivi fiscali.

A livello internazionale, abbiamo lanciato la Asia Pacific Partnership on Clean Development and Climate con altri cinque paesi che insieme rappresentano più del 50% dell'economia mondiale. In diversi settori economici opereremo per introdurre tecnologie più pulite ed efficienti pur favorendo la crescita economica e la riduzione della povertà. Attraverso il G-8 stiamo implementando il Gleneagles Plan of Action for Climate Change, Clean Energy, and Sustainable Development del 2005. Attraverso le nostre iniziative di partenariato tecnologico internazionale (International Technology Partnerships) condividiamo i progressi ed i passi avanti della ricerca su: fusione nucleare, tecnologia dell'idrogeno e degli impianti nucleari di prossima generazione, energia rinnovabile, efficienza energetica, cattura e immagazzinaggio nel sottosuolo delle emissini di biossido di azoto, e attività agricola.

A riprova della nostra volontà di cooperare a livello internazionale sui temi del cambiamento climatico, non più tardi della scorsa settimana ci siamo riuniti a Parigi insieme ad altri 112 paesi nell'ambito del Panel Intergovernativo sul Cambiamento Climatico autorizzato dalle Nazioni Unite e dall'Organizzazione Mondiale di Meteorologia, finalizzando un rapporto scientifico sul cambiamento climatico che costituirà una pietra miliare su questi temi.

Conclusioni
Per concludere, a chi chiede agli Stati Uniti di assumere un ruolo guida sui temi mondiali dell'ambiente posso rispondere che ciò sta di fatto avvenendo. Abbiamo un ruolo leader in ambito scientifico, nella cooperazione, nelle partnership tra pubblico e privato e nell'appicazione pratica degli studi scientifici. Ci siamo posti traguardi ambiziosi eppure realizzabili. Per quanto riguarda il cambiamento climatico, è vero, non abbiamo ratificato il Protocollo di Kyoto, ma abbiamo avuto un ruolo di leader nell'ambito della Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico ed abbiamo fatto molta strada per ridurre le nostre emissioni di gas serra.

Queste politiche sono il risultato di un impegno di lunga data nella tutela dell'ambiente che unisce tutti gli americani e che continuerà in futuro. E ci aspettiamo che sia un futuro luminoso. Grazie.

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